La Melodia delle Piccole Cose

Febbraio 2016.

Faceva un freddo cane quella sera e, dopo aver rimbacuccato bene i miei piccoli unni sotto le coperte, mi accingo alla pratica del “Divaning” mentre Marito amoreggia con il telecomando.

«Vuoi vedere qualcosa in particolare, altrimenti c’è la finale del Super Bowl.»

Bah, farò il sacrificio di vedere tutti quegli omaccioni cavernicoli che lottano per la palla ovale!, penso. Due minuti di placcaggi e prese e torno ad aprire il mio adorato Kindle, poi… arriva l’halftime.

Lady Gaga sbrilluccica come un palla stroboscopica e, benché non sia mai stata una sua fan sfegatata, sono attirata da sempre da ogni individuo che riesca a essere sopra le righe, sbattendosene di quello che dice il resto del mondo.

Insomma, la Germanotta fa una performance da paura in cui si percepisce un cambiamento profondo, senza contare che quando si siede al piano, con il fiato corto per lo sforzo e gli occhi colmi di emozione e dice «Hi Dad, Hi Mum», io capitolo come la fontana di Trevi:  quanta soddisfazione per un genitore vedere la propria figlia lì, in mondovisione, mentre si lancia appesa a cavi di acciaio e tiene il palco per quattordici minuti come mai è stato fatto prima!?

Quella notte ho deciso di scrivere di una cantante. Una pop star anticonvenzionale, ma con mille sfumature nascoste: dalla cultura alla sensibilità; dallo spettro della depressione che porta al suicidio moltissimi artisti, all’importanza della famiglia come pilastro portante, ma anche il rovescio della medaglia qualora sia soffocante.

Quella notte è nata la mia Cecilia Rachel Romano, in arte Moonlight.

Insieme alla protagonista femminile si è delineata la storia ed è arrivato anche Ludovico Justice Alberti.

Se Moonie è un’artista camaleontica, è anche la nemesi del buon direttore di orchestra.

Tanto eclettica e volubile lei, tanto ordinario e schematico lui. E tutte queste regole lei le infrange perché ne ha voglia e lui ne rimane imbrigliato di continuo.

Moonie vivrà il peggior incubo che una cantante possa immaginare, quindi sono entrata in un mondo parallelo abitato da voci potenti, anime fragili come il cristallo e menti vulcaniche.

Sono stata aiutata per Justice, invece, dalla Prof.ssa Valentina Perugi, che ha speso molto del suo tempo prezioso a suonare brani e correggere il manoscritto, incoraggiandomi a continuare quando i dubbi superavano le certezze.

Le ricerche per questo romanzo sono state un po’ come salire una scalinata infinita: ogni gradino era un nuovo personaggio, nuove caratteristiche, nuovi dettagli tecnici.

E ogni personaggio, in qualche modo mi ha arricchito, specialmente Regina e Fergus.

Non posso parlarvi molto di loro per non fare spoiler sul romanzo stesso, ma posso dirvi che ci sono guerrieri in questo pazzo mondo e sono coloro che riescono ad amare nonostante quello che il destino ha messo sul loro cammino.

Ed è stato proprio dalla commistione di tutte queste caratteristiche che l’ispirazione è arrivata come un fiume in piena, facendo intraprendere un viaggio tra due anime solitarie, perché i veri artisti sono come lupi nella loro fase creativa, che scopriranno le loro debolezze e la loro forza, proprio attraverso quello che più amano e odiano dell’altro.

La copertina di questo romanzo è molto evocativa e delicata. Il fiore di tarassaco che spande note ed esprime il desiderio di Justice e Moonie. Un desiderio che trascende la carne e il corpo e si sposta a un livello più alto.

La musica è l’essenza stessa che li definisce e dà loro un posto nel mondo e nel mio cuore, spero anche nei vostri.

Quando ci avvicineremo alla data di pubblicazione del cartaceo vi regalerò una chicca che in fase definitiva è stata tagliata, ma sapete che io sono un’accumulatrice compulsiva di parole e non butto via niente!

Grazie a voi per esserci anche stavolta.

Grazie per esserci sempre.

 

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